Convegno organizzato lo scorso aprile da Unimore con la collaborazione del Charitas di Modena
Una sofisticata tecnologia al servizio della archeologia ha permesso di documentare, da pochi anni, un fatto sorprendente e inaspettato: in Età Paleolitica alcune persone con disabilità sono state non solo integrate, ma anche incluse nelle loro Comunità di appartenenza.
Il convegno, organizzato da Unimore e tenutosi il 23 aprile 2021, ha tentato di tracciare un percorso storico sul tema della fragilità umana, indagando sui significati che si possono attribuire oggi alle scoperte degli Archeologi, Fabio Martini dell’Università di Firenze e Lucia Sarti dell’Università di Siena.
La giornata dedicata alle radici storiche del prendersi cura delle persone fragili è stata proposta dal Servizio Accoglienza studenti disabili e con DSA di Unimore con la collaborazione della Charitas di Modena.
L’incontro ha visto coinvolti due studiosi, nonché delegati alla disabilità di due atenei italiani, il prof. Fabio Martini dell’Università di Firenze e la prof.ssa Lucia Sarti dell’Università di Siena, che hanno condotto lo studio di bioarchelogia della sanità.
Il prof. Fabio Martini e la prof.ssa Lucia Sarti sono i “bioarcheologi della sanità” che hanno portato alla luce, utilizzando una tecnologia straordinaria, il modo in cui un cacciatore calabrese di 12.000 anni fa sia divenuto disabile in seguito a trauma da caduta che ne provocò l’impossibilità del cammino autonomo. Romito, questo il nome che gli studiosi hanno dato al cacciatore portatore di disabilità, visse incluso nella sua Comunità ed ebbe un ruolo attivo masticando vegetali per produrre, verosimilmente, manufatti come cesti e stuoie. La sua Comunità era, in età paleolitica, realmente inclusiva.
Secondo questi studiosi ciò che oggi definiamo “Inclusione” è un comportamento empatico scritto nel patrimonio genetico dell’uomo perché costituisce un vantaggio adattivo.
“L’altruismo e la cooperazione – spiegano gli archeologi Fabio Martini e Lucia Sarti – forniscono alla collettività quei vantaggi che permettono di accrescere le possibilità di sopravvivenza dei singoli e di tutti, come già aveva anticipato Charles Darwin”.
Romito era incluso nella sua comunità, ma una decina di migliaia di anni dopo, 800 anni prima di Cristo, a Sparta, Licurgo, il legislatore più influente, aveva imposto la regola di gettare in una voragine del monte Taigeto i bambini che gli anziani della città avevano trovati “gracili e malfatti” e, per fare un altro esempio tra quelli citati nel libro “Diversi, La lunga battaglia dei disabili per cambiare la storia” di Gian Antonio Stella, che documenta una storia di orrori e crimini fino al genocidio nazista degli “esseri inutili”, nel 1935 il chirurgo Alexis Carrel, premio Nobel per la sua abilità nella sutura dei vasi sanguigni, scrisse, senza sollevare clamorose smentite, che “…criminali e malati di mente devono essere umanamente ed economicamente eliminati in piccoli istituti per l’eutanasia, forniti di gas adatti …”.
Il convegno ha cercato una chiave di lettura di queste altalene della storia sostenendo che la conoscenza della storia è un elemento essenziale, in ogni contesto, della consapevolezza, della forza e della creatività con cui sono condotte azioni di prendersi cura: nelle residenze come il Charitas di Modena che accoglie persone con condizioni di fragilità estrema e nelle Università in cui studenti giovani e brillanti si confrontano con fragilità tanto settoriali quanto minacciose per la realizzazione del loro Capitale Umano
La giornata di studio ha visto, oltre alla relazione del prof. Fabio Martini e della prof.ssa Lucia Sarti, una successione di interventi: Ciro Ruggerini e Mauro Rebecchi hanno discusso della storia dell’Etica del prendersi cura nelle condizioni del neuro sviluppo, a partire dal caso di Romito. L’intervento ha avuto come “focus” il rapporto tra “cultura”, che scolpisce in ogni epoca una rappresentazione sociale della disabilità, “società” e “comunità” in cui si originano le azioni concrete. La lezione della storia che possiamo acquisire oggi è che, in una “comunità” la rappresentazione sociale della disabilità dovrebbe essere esplicita per poter essere discussa, rinnovata e resa vitale.
L’incontro è proseguito con Giuliano Stenico che ha introdotto il tema fondativo del prendersi cura, cioè delle ragioni che attivano le categorie di azioni ad esso connesso. Se da una parte si può ammettere che esista una predisposizione neurobiologica a questa attitudine, dall’altra, si deve riconoscere che è necessaria una sollecitazione di natura culturale per attualizzarla.
La giornata ha poi visto l’intervento di Chiara Arletti, insieme agli Educatori del Charitas, che ha parlato del “come” prendersi cura delle condizioni di gravità neuropsichica, in questo tipo di azione e della necessaria la convergenza di elementi della cultura scientifica (per le azioni di “cure”) e della cultura umanistica (per le azioni di “care”). Giacomo Guaraldi e Valentina Ferretti hanno parlato del concetto del “prendersi cura” del capitale umano negli studenti universitari che, a volte, possono essere ostacolati da caratteristiche sfumate, ma insidiose ed infine di Antonietta Cestaro ha parlato della legislazione scolastica come uno degli strumenti finalizzati al prendersi cura dei percorsi scolastici degli studenti.
Chiara Arletti Direttore ASP Charitas (Modena) e Vice Presidente Associazione “Controvento”
Antonietta Cestaro Integrazione e Sostegno, Servizi Didattici e culturali (Ufficio Scolastico Provinciale di Reggio Emilia)
Valentina Ferretti Servizio Accoglienza Studenti Disabili e con DSA Università di Modena e Reggio Emilia
Elisabetta Genovese Professore Ordinario di Audiologia e Delegato per il Rettore alla Disabilità e ai DSA (Unimore)
Giacomo Guaraldi Delegato per il Rettore alla Disabilità e ai DSA (Unimore)
Fabio Martini Professore Ordinario di Paletnologia (Università di Firenze)
Mauro Rebecchi Presidente ASP Charitas (Modena)
Ciro Ruggerini Direttore Sanitario Cooperativa “Progetto Crescere” (Reggio Emilia) e Presidente Associazione “Controvento” (Modena)
Lucia Sarti Professore Ordinario di Preistoria e Protostoria (Università di Siena
Giuliano Stenico Presidente CEIS (Modena) e Presidente dell’Istituto Toniolo
(Modena) affiliato alla Università Pontifica “Auxilium”
Servizio Accoglienza studenti disabili e con DSA, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, tel. 059 2058312, email: disabilita@unimore.
link alla registrazione dell’intero seminario: