“…quando spegni il motore e ti lasci al vento, disabilità e abilità si incontrano in una magica atmosfera fatta di sensazioni forti e leggere, tali da farti amare sempre più la vita e chi ti sta vicino…“
Spesso si sente dire a “tutto tondo” questa è l’espressione più adeguata per descrivere l’esperienza fatta la settimana scorsa dall’Asp Charitas di Modena.
Grazie al sostegno di Banco Bpm e a due associazioni di volontariato Controvento Idee di Vita e Lunga Rotta è stato possibile realizzare un grande progetto che ha visto in una prima giornata vivere la barca a vela con le persone con disabilità ospiti dell’ASP Charitas e in una seconda parte della giornata fare formazione (Team building) con gli educatori, fisioterapisti, amministrativi, coordinatori, direttore e Presidente…della stessa struttura.
L’Asp Charitas, è un centro socio-riabilitativo residenziale e diurno per persone con disabilità grave e gravissima, nato nel 1942 ad opera di Mons. Ermanno Gerosa ed è stato di recente nominato centro di riferimento per la Regione Emilia Romagna nel Progetto Nazionale Autismo.
Controvento Idee di Vita è un’associazione nata al solo scopo di essere a servizio del Charitas per ricerca, formazione, raccolta fondi e volontari.
L’Associazione Lunga Rotta, oltre ad essere una scuola storica di vela a Modena, da alcuni anni svolge attività di volontariato con le persone con disabilità. Presso il Charitas è stata istituita una scuola di vela per persone con disabilità alla quale oggi partecipano non solo i ragazzi della struttura ma anche quelli di Aut Aut e Anffas.
L’esperienza si è svolta il 21 e 22 settembre nella laguna di Venezia. Il fascino del mare (Chioggia e Venezia) e la gioia di vivere insieme una nuova esperienza, hanno fatto sì che i miracoli avvengano davvero. Gli ospiti, inizialmente (giustamente) timorosi e incerti, si sono poi aperti come fiori e il gruppo è diventato un’unica compagnia di vecchi amici pronti a partecipare con i diversi ruoli che via via gli skipper gli affidavano. Chi timona, chi deve lascare o cazzare una vela oppure arrotolare una cima.
Come dice il Presidente di Controvento, dott.Ciro Ruggerini, sono le esperienze che aiutano lo sviluppo dei nostri ospiti, “…sto bene se posso vivere”.
Nelle due giornate ci ha accompagnato anche il dott.Caroli, socio volontario di Controvento che nell’esperienza ha colto gli aspetti più interessanti.
Andare in barca, essere su una barca, mettersi al timone, decidere quale direzione prendere e interagire con tutte quelle persone che su di una imbarcazione hanno l’onere di gestire la navigazione. Ecco la metafora: sei al timone, diventi comandante e questo significa avere la responsabilità di sé e degli altri. Per ragazzi con problemi specifici di relazione, il “comandare” il proprio mezzo gestendo contemporaneamente il proprio equipaggio rappresenta il segnale di una possibile evoluzione verso nuovi spazi di autonomia. Vedere i ragazzi sulla barca, al timone della propria imbarcazione, sentire e vedere che finalmente è possibile anche per loro autodeterminarsi e gestire altre persone è stata senz’altro la scoperta più forte. Ecco raggiunto il nucleo della crescita di una persona: sentirsi importanti per qualcuno e per qualcosa e per ragazzi con problemi specifici questo è ancor più importante.
Questa presa di coscienza di autonomia dei ragazzi ovviamente deve essere accompagnata da operatori ed educatori preparati e coscienti del loro ruolo di intermediazione tra la persona e il mondo che li circonda. Essere traghettatori e provocatori di cambiamento negli altri. Per fare questo è evidente che occorre una particolare capacità creativa che non si limita al “badare o fare la guardia” ai ragazzi, ma essere a loro volta coinvolti e parte attiva del processo di crescita dei ragazzi. Per questo occorre essere istrionici, coinvolgenti, propositivi e, soprattutto, capaci di educare ovvero di “tirare fuori” le parti migliori dell’altro (educare, dal latino “educare” ovvero tirare fuori). Queste caratteristiche indispensabili si sono ben evidenziate nelle giornate in cui si è cercato di lavorare solo con gli operatori, sempre sulle barche e sempre alle prese con la stessa metafora.
Mettere sulla barca tutti gli assistenti operativi ha permesso di verificare la coesione e la preparazione professionale dei singoli, oltre naturalmente ad affinare quegli aspetti che sostengono una qualunque azione educativa come la capacità relazionale all’ascolto, l’assenza di giudizio reciproco e la capacità di far emergere le risorse degli altri.
I momenti di crisi non sono ovviamente mancati e lo stare costretti nello spazio ristretto dell’imbarcazione ha obbligato i singoli a inventare strategie di soluzione dei conflitti particolarmente interessanti.
In particolare si è evidenziato come all’interno del gruppo degli operatori i momenti di critica reciproca erano ben sostituiti da semplici lamentele reciproche, cosa questa indispensabile perché un qualunque gruppo di persone possa collaborare al raggiungimento di un obiettivo. Occorre infatti ricordare come la critica sia l’anticamera del disprezzo della personalità dell’altro e quindi preludere alla rottura della relazione, mentre la lamentela prende semplicemente di mira un comportamento specifico di quella persona.
I progetti con Lunga Rotta sono molto ambiziosi in quanto queste giornate fanno parte di un percorso che vede la formazione di un equipaggio da competizione e mini-vacanze in barca di una o più giornate.
Al tramonto di queste due giornate abbiamo gettato in acqua i muri che spesso ci costruiamo insieme alle paure e alle difficoltà.